Per il pomeriggio abbiamo in programma un tour con una barca a vela ecologica per osservare le balene a Húsavík. Il tour si chiama “NS-2 Whales, Puffins & Sailing (Carbon Free)”: è previsto l’uso della sola forza del vento per dirigere la barca a vela… speriamo che il tempo questa sera sia clemente!
La mattina si presenta un po’ uggiosa e grigia e, quindi, ci rilassiamo un po’. Decidiamo di visitare il centro storico di Akureyri: la chiesa principale (Akureyrarkirkja, appartenente alla Thjodkirkja, chiesa nazionale luterana islandese) è imponente, grande, moderna, è dislocata su una collina che sovrasta il centro storico della città. Internamente è spoglia, tutta bianca, un po’ come tutte le chiese luterane.
All’esterno della chiesa, subito sotto a noi, si presenta una lunga scalinata che termina nel centro storico di Akureyri. La città ha una conformazione prettamente portuale. Scendiamo le scale, in fondo c’è una piccola mostra di auto d’epoca, molto carine.
La città è molto colorata, le case ed i negozi sono variopinti, si trovano molti negozi di souvenir , di abbigliamento, librerie con all’interno bar e tavole calde, ristoranti e così via. Fuori dai negozi di souvenir ecco che spuntano enormi Troll ed elfi, quasi a ricordare al turista la storia del paese.
Pranziamo con un panino in uno street food, per poi andare al Kaffi Ilmur, noto bar-pasticceria di Akureyri, dove si mangiano gigantesche torte con la cannella, la panna, il cioccolato, il tutto accompagnato da un cappuccino con cioccolato e panna: l’ideale prima di andare su una barca a vela!
Partiamo quindi alla volta di Húsavík, ci attende un’ora di auto, ovviamente in mezzo al nulla. Quando arriviamo nel minuscolo paesino portuale, all’accoglienza della “North Sailing“, prima di montare sulla barca a vela, ci avvertono che il mare è un po’ grosso oggi e che probabilmente avremo mal di mare. Ci viene suggerito di acquistare delle caramelline in vendita al negozio sottostante… speriamo bene! Ci vengono consegnate nuovamente le tutone spaziali che avevamo già indossato per andare sul ghiacciaio, saliamo quindi sul veliero che ci porterà al largo. Il team è formato da ragazze-skipper, solo il capitano è un uomo. Le ragazze (giovanissime) si arrampicano disinvolte sugli alberi per issare ed ammainare le vele: sono impressionanti per la velocità e la bravura, mi fanno quasi paura. Il mare, come volevasi dimostrare, è molto mosso (io ho la nausea sin da subito, e, come suggerito dalle skipper, mi siedo in fondo alla nave, indossando i miei mitici braccialettini “P6”). Dopo pochi minuti di navigazione arriviamo al largo dell’isola di Lundey, conosciuta come l’isola dei puffin. Le pulcinelle di mare (sono tantissime, le vediamo ovunque, volare, immergersi per pescare o “nuotare” nel grande oceano gelido, e sono piccolissime (pesano circa 300 grammi l’una). L’emozione è davvero forte. Spingendoci ancora più a nord (il capitano ci dice che manca davvero poco al circo polare) vediamo i primi soffi delle balene: l’emozione è unica. Dopo un po’ eccone un’altra che fa capolino ed un’altra ancora. Siamo fortunati a vedere tanti soffi perché solitamente, nei giorni di mare mosso, si mostrano meno volentieri.
La barca oscilla, dopo quattro ore di navigazione la nausea è davvero insopportabile un po’ per tutti noi… piano piano si torna verso la terra ferma ed il mare inizia a calmarsi, finalmente!
Riprendiamo l’ auto, il vento e la pioggia ci accompagnano ancora una volta per tutta la strada che ci riporta a casa. Ad un certo punto vediamo dei cartelli in islandese, che naturalmente ignoriamo, anche se sotto, in piccolo, in inglese c’è scritto “strada chiusa”. Dopo poco ci rendiamo conto che la strada è chiusa per davvero! Ci sono dei lavori e dobbiamo deviare per un’altra strada, allungando un po’ il percorso. Poco male, ci fermiamo a vedere le cascate di Goðafoss: ancora una volta meraviglia delle meraviglie. La potenza e la bellezza dell’acqua ci lasciano a bocca aperta.
Poche foto e ripartiamo. Arriviamo a casa alle 21,30 ed accendiamo la vasca idromassaggio con l’acqua calda, come ci eravamo promessi il giorno prima. Fuori sono 10°, ma l’acqua arriva calda direttamente da sotto terra (abbiamo lasciato aperto solo il rubinetto di acqua calda e l’acqua quasi bolliva… abbiamo allora aperto anche quella fredda…) facciamo il bagno e ci rilassiamo un po’. Ceniamo a mezzanotte, ma il sole è sempre alto in cielo e questo ci fa perdere la cognizione del tempo…