16 luglio. Last day in Iceland, Secret Lagoon

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Inizia l’ultima lunga giornata in Islanda.. 🙁 Domani mattina alle 02:00 partirà l’aereo che ci riporterà a Roma… Ci stringe il cuore lasciare questo posto surreale.

Decidiamo però di sfruttare al meglio la giornata che abbiamo a disposizione. Il tempo di sistemare le ultime cose e partiamo. Direzione  Secret Lagoon  che non avevamo visitato il secondo giorno.  La Secret Lagoon (Gamla Laugin)  è situata a circa un’ora di auto da Reykjavík ed è una grande piscina termale naturale, con la sorgente termale proprio all’esterno della vasca stessa. Abbiamo optato per la Secret Lagoon invece che per la più famosa Blu Lagoon per due motivi principali: il primo, alla Blue Lagoon serviva la prenotazione (che noi, ovviamente, non avevamo fatto) ed era tutto pieno, il secondo perché, sempre alla Blue Lagoon, stando a quanto riportato su internet e su varie guide, è pressoché impossibile godersi le piscine in alta stagione e soprattutto nei fine settimana, dove pullman di turisti vengono scaricati e si rischia di fare una lunga coda per entrare, anche se si ha già la riserva (si parla anche di 2 ore di coda)…

La Secret Lagoon si rivela comunque un’ottima scelta: il costo di 2800 ISK a testa non è eccessivo, ci grandi spogliatoi puliti forniti di tutto, anche di saponi igienizzanti (è obbligatorio farsi la doccia nudi prima di entrare in vasca) e una bella piscina naturale dal fondo sabbioso, un piccolo bar-ristorante con degli stuzzichini e snack. Dalla sorgente che alimenta la piscina l’acqua esce ad una temperatura di 80-100°: anche qui grandi cartelli indicano di stare a debita distanza dalle sorgenti. Fuori ci sono 10-12° C e tira vento, a momenti pioviggina , ma noi siamo immersi in un’acqua bella calda. Non si riesce a stare in vasca per molto tempo, fa davvero caldo! Ogni tanto usciamo dalla vasca e ne approfittiamo per guardarci intorno: pozze di acqua che ribolle da sotto terra e fumo che esce dalle pozze stesse…incantevole! Unico consiglio: c’è da stare attenti alle pietre sommerse dentro la piscina. Ci sono infatti dei grandi pietroni qua e là e, se non ci si fa attenzione, si rischia di sbatterci un ginocchio contro…

Dopo un paio di ore a guazzo decidiamo che è l’ora di pranzo. Ci dirigiamo (finalmente) verso il famoso pomodorificio Friðheima. Il ristorante del pomodorificio è aperto solo 4 ore al giorno, alle 12 alle 16, quindi bisogna per forza visitarlo in questi orari. Parcheggiamo e percorriamo circa 50 metri, lungo una piccola strada sterrata, in mezzo ai cavalli ed ai pony: l’azienda organizza anche spettacoli a cavallo… Arrivati davanti al pomodorificio, si può vedere una serra gigantesca. Qui usano solo energia rinnovabile per riscaldare le serre, dove vengono coltivati pomodori e cetrioli. Dobbiamo aspettare qualche minuto perché si liberi un tavolo, ma approfittiamo per leggere la storia della famiglia e dell’azienda, descritta sui grandi pannelli all’ingresso.

Viene usata soprattutto energia geotermale sia per riscaldare le serre che per irrigare le piante, fuori dalla serra principale un grande contenitore di C02 è stato messo lì per “raccogliere” il monossido e “rilasciarlo” sulle piante. Dei grandi vesponi, chiamati “bombi” (bumble bee – Bombus Latreille), situati in arnie apposite, sono pronti per eseguire il loro lavori di impollinatori. Ci sediamo, in mezzo alle piante di pomodoro, ovviamente tutto il menù è a base di pomodoro! Hanno anche il pane senza glutine disponibile! Mangiamo la zuppa calda di pomodoro e assaggiamo dei long drink (un po’ pesanti a dire il vero) e come dessert alcuni di noi prendono il cheese cake al pomodoro  servito in vasetto di coccio. Simpaticissimo. Il cameriere, prima di servirci, ci spiega un po’ come funziona la serra e ci dice che questa azienda fornisce pomodori freschi a tutta l’Isola.

Dopo pranzo decidiamo di proseguire un po’ il giro. Ci dirigiamo verso il parco nazionale Þingvellir. Parcheggiamo la macchina appena fuori il parco perché il parcheggio all’interno è a pagamento, ma, a pochi passi, ce n’è uno grande e gratuito. Ci incamminiamo nel nostro primo vero bosco (ci sono gli abeti!!) e veniamo attaccati dai moscerini e dalle mosche. Arriviamo alle cascate di Öxarárfoss: cascate immerse nella roccia, alte 20 metri, ma, da quanto si legge, sembra siano state create artificialmente per garantire l’approvvigionamento dell’acqua quando qui si riuniva annualmente l’Alþingi,  ovvero il Parlamento islandese.

Proseguiamo lungo il percorso pedonale: la grande palude sottostante veniva usata, in tempi recenti, per grandi riunioni del popolo islandese, in periodi meno recenti anche per le esecuzioni capitali. Il tutto è ovviamente spiegato sui grandi pannelli posti a descrivere la zona.

Arriviamo fino ad Hakiðterrazza panoramica sovrastante la palude, dove è ben visibile la  faglia tettonica  che divide Europa da America. Il posto è molto suggestivo, un groviglio di fiumi corre lungo la palude ed in fondo si vede la chiesetta di Þingvallakrkja.

Scendiamo lungo il percorso, per circa dieci minuti ed arriviamo alla chiesetta dai verdi tetti e dalle bianche pareti, dislocata accanto a quella che una volta era la residenza estiva del primo ministro danese, quando l’Islanda era parte del regno di Danimarca.

Tanti cigni e germani popolano la palude, vediamo anche un’anatra con i paperotti al seguito: è davvero tenera! Un uccellino dal canto acutissimo ci accompagna fino alla macchina, insieme alle immancabili mosche ed al vento.

Tutta questa zona è patrimonio UNESCO.

Ripartiamo, questa volta la nostra destinazione è  Keflavík. Sono circa le 21:00 e, per arrivare a Keflavík dobbiamo obbligatoriamente transitare da Reykjavík. Qui, in un baracchino da street food, prendiamo fish and chips pochi istanti prima che chiuda. Si mangia in macchina, ormai sporca di terra e fango, perché fuori tira vento freddo. Le nostre intenzioni erano di andare a vedere il “ponte tra i continenti” (ponte costruito su di una faglia che divide i continenti Europa e America), ma sono già le 22:00 e dobbiamo anche fare il pieno alla macchina. Optiamo quindi di dirigerci verso l’aeroporto. Decisione opportuna! Il distributore dell’aeroporto è guasto, dobbiamo quindi ritornare fino al centro di Keflavík a cercarne un altro, e questo ci fa perdere quasi mezz’ora. Facciamo il pieno, portiamo la macchina al parcheggio. Il contachilometri segna  3.466,60 kmBravi noi!

Andiamo alla Hertz dentro l’aeroporto per richiedere il rimborso delle spese sostenute per la ruota, chissà se arriverà…

Facciamo il check-in e ci mettiamo in attesa del nostro aereo, dentro un aeroporto che piano piano si sta svuotando: il nostro è l’ultimo volo in partenza della notte.

Salutiamo l’Islanda, con il cuore e la mente pieni di ricordi, di belle cascate, di paesaggi surreali e di animali mai visti prima, di colori, di suoni ed odori che raramente troveremo da altre parti. L’aereo si solleva piano piano in volo, dal finestrino ammiriamo una timida alba che inizia a fare capolino, adesso la notte dura circa 40/45 minuti. Ciao ciao Islanda.

 

 

 

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