06 luglio. Costa sud-ovest

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Iniziando ad esplorare l’Islanda…

Alle 06:30 o poco più siamo tutti già svegli a causa della luce solare, sembra quasi mezzogiorno. La casina è carina, al piano inferiore ha la cucina, il bagno grande, un salone con un tavolo ed un divano letto, a quello superiore una grande unica camerata con 4 posti letto, ma ha delle scale ripidissime per andare al secondo piano (infatti ieri non abbiamo portato i bagagli su). Il tempo di prepararci e fare una doccia con calma e partiamo subito alla scoperta dell’Isola.

Prendiamo la strada 1 in direzione sud-est, verso le cascate Skogafoss e la spiaggia nera di Reynishverfi (vicino a Vík í Mýrdal).

Per la strada, immancabilmente, ci fermiamo a fare tante foto.

È tutto nuovo per noi, i colori sono bellissimi e spaziano dal verde chiaro dei prati, al viola ed all’azzurro dei fiori (ma come sono belli questi fiori!!).

Passiamo per strade dritte, infinite, ad un certo punto interrotte da montagne e vulcani con la cima innevata. E poi ecco, sul prato, dei sassi di lava buttati lì, come se ce li avesse scaraventati qualcuno. Spesso le pietre più piccole sono coperte da muschi e licheni grigio-verdi. Poi, d’un tratto, compare una cascata, così, dal nulla, e non si capisce da dove arrivi tutta quell’acqua. È tutto un susseguirsi di colori ed emozioni. Ascoltiamo un po’ il cd che ci ha preparato una nostra amica: sono i Sigur Rós e Björk. I suoni rispecchiamo un po’ il paesaggio che ci circonda: a momenti tetro e spettrale, in altri surreale e lunare per poi arrivare allo splendore di una cascata che ti coglie di sorpresa.

Dopo quasi due ore di auto arriviamo a Skógafoss. Ci dà il benvenuto un’imponente cascata alta 75 metri. La forza sprigionata da questa cascata è immensa!

Parcheggiamo nel vasto sterrato davanti alla cascata. Nel prato alcuni impavidi turisti hanno piazzato le tende per la notte: non so come faranno a dormire visto che tira molto vento e fa fresco. Prima di visitare l’area intorno alla cascata, la fame ci chiama. Ci fermiamo a mangiare ad un ristorante lì vicino, tipo tavola calda, e chiedo se hanno qualcosa senza glutine. Mi viene servito il Charr (Salvelinus alpinus), un pesce islandese simile al salmone, con delle patate fatte come il purè. Gli altri prendono hamburger con patatine ed infine, immancabile, un dolce a base di skyr (yogurt tipico islandese).

Dopo aver riempito la pancia, saliamo per la ripida scalinata di ferro che ci porta fino alla cima delle cascate. Qui, una piattaforma panoramica, dà la possibilità di ammirare la potenza dell’acqua. Il fiume arriva veloce fino al dirupo, ed il salto dell’acqua è davvero impressionante. I colori sono molto accesi, anche grazie al sole che splende. Vanno dall’azzurro limpido del fiume, al bianco neve del “velo da sposa” della cascata, tutto intorno il verde dei prati, interrotto solo dal giallo e viola dei fiori. Alcuni di noi si mettono a riposare sul prato, il terreno è morbido e spugnoso. Possiamo ammirare il panorama che ci offre questa posizione privilegiata: in lontananza l’oceano ci regala già uno spettacolo bellissimo. Il vento soffia forte e in alto dei Kria (Sterna paradisaea, uccello simile al gabbiano) si fanno trasportare dalle correnti.

Ripartiamo, direzione le spiagge nere di Reynishverfi. Lo spettacolo che ci viene offerto è unico, bellissimo. Il vento forte fa infrangere le onde dell’oceano blu contro la sabbia nera, sassosa, vulcanica, di un colore molto simile al carbone. La schiuma bianca scivola sopra la spiaggia nera. Il rumore dell’oceano è bellissimo, irreale. Tutto intorno delle scogliere di basalto, fatte di colonne rettangolari grigio-nere diritte, perfette, modellate dal vento e dalle intemperie, che finiscono a strapiombo sull’oceano, formando delle bellissime falesie, alcune a forma di elefante. Una grotta naturale, scavata negli anni, dà la possibilità di ripararci un pochino dal vento e godere un po’ lo spettacolo ed il concerto di suoni.

Dopo un’oretta si riparte, ci fermiamo a scattare delle foto al vulcano Eyjafjallajökull che nel 2010 paralizzò per due mesi mezza Europa, a causa delle sue nubi di cenere. Un pannello spiega, anche con delle foto, i tanti danni che le polveri causarono a tutta la zona intorno. Le case erano ricoperte di cenere e l’area venne ovviamente evacuata. La neve ancora sulla cima del vulcano e il nero/grigio della roccia a contrastano ed offrono un gioco di colori molto bello.

Per strada ci fermiamo anche a vedere una delle prime caverne fatte dall’uomo (Rútshellir). Dentro all’anfratto viene sprigionato un afore che solo una vecchia stalla di pecore può regalare…. è una stanza scavata nella roccia, probabilmente serviva ai pastori per ripararsi.

Per finire, prima di andare verso casa, ci fermiamo ad ammirare le cascate di Seljalandsfoss. Già dal parcheggio si intuisce cosa siano veramente queste cascate: immense, imponenti, potentissime. Un bellissimo arcobaleno si forma subito sulle cascate e lo spettacolo è unico. Si può fare il giro dietro alla cascata: una cavità naturale offre la possibilità di ammirare ancora più da vicino la forza della natura. Si passa quindi dietro al getto dell’acqua: il rumore è quasi assordante in alcuni punti, non si riesce a parlare, ma questo è un bene, dobbiamo solo ascoltare la voce dell’acqua. Tutto il percorso è stato studiato in modo da non fare andare i turisti in punti troppo pericolosi. Che dire: mozzafiato ed immenso.

Dopo il giro ci fermiamo a fare la spesa e procediamo verso casa. Abbiamo preso un appartamento nei pressi di Selfoss, a Ás Ljósafossskóli, Grímsnes. Sulla strada ci imbattiamo in numerosissimi moscerini e piccole mosche, anche un po’ fastidiose, soprattutto sul parabrezza.

 Sono le 21:30, come arriviamo al vialetto che ci conduce verso la casa, ci vengono in contro due cagnoloni enormi scodinzolando felici. Subito arriva anche la padrona di casa a darci il benvenuto: una signora molto alta, bionda bionda e di poche parole, ma carina. In casa si cammina rigorosamente scalzi. La casa è grande e spaziosa, ha 4 camere da letto belle grandi, un bagno e mezzo, un’ampia cucina e un bellissimo salone con una vista incantevole sui prati circostanti. Il “tramonto” regala dei colori suggestivi sulla prateria.

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